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Anno XVII - n. 11 - Novembre 2018





























        Giornata internazionale per i diritti ...                               Da parte nostra ...
        di Emanuele Zammito         pag. 3     IN QUESTO NUMERO                                            pag.10
        WONDER: commovente inno alla diversità   Santa Elisabetta d’Ungheria    Buon Compleanno
        di Maria Luisa Marfisi      pag. 4   Avvenire                   pag. 8                             pag.11
        Regola di vita, Regola di santità   Sicilia “nascosta”                  In Fraternità ... Notizie e Avvenimenti
        di fra Salvatore Frasca     pag. 6   di Nando Cimino            pag. 9   di Ignazio Cusimano       pag.11
        San Martino fra storia e tradizioni   La ricetta del mese               Programma attività e celebrazioni
        di Enzo Giunta              pag. 7  di Mariella Campagna        pag.10   Novembre 2018             pag.12






                                                                                           di Francesca Falgarini
       E
            ducazione all’affet-
            tività e culto dell’or-
       rore. Sembrano queste le

       due opposte finalità che
       differenziano i diversi
       modi di festeggiare la not-

       te che congiunge la ricor-
       renza di Ognissanti, del 1

       novembre, e quella della
       Commemorazione dei de-
       funti  (i  Morti), del 2 no-

       vembre. Quest’ultima ser-
       viva agli adulti per contenere l’angoscia dei bam-       e “pupi di zucchero”, lasciati nottetempo in regalo
       bini con la prima presa di coscienza                     ai piccoli nipotini. Non era infatti infrequente nei

       dell’inevitabilità della morte, intervenuta con la       bambini il tentativo,  quasi sempre fallito
       dipartita di uno dei nonni, facendo ritrovare al         nell’incedere del sonno, di rimanere svegli per as-
       mattino del giorno dei morti, un tempo sotto il let-     sistere al misterioso arrivo. Desiderio e paura ve-

       to, giocattoli e dolciumi, quali “frutta martorana”      nivano così sublimati dalla dolcezza di un dono,
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